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Erbari storici, acquarelli ottocenteschi e collezioni didattiche

 

Il primo nucleo del Museo risale all’opera di Nicola Antonio Pedicino, che ricoprì per primo la cattedra di Botanica della Reale Scuola Superiore di Agricoltura di Portici. La Scuola e l’Orto contribuirono all’evoluzione della scuola porticese che divenne man mano un importante centro di studi scientifici a Napoli e favorì la formazione di numerose collezioni.

Fu però Orazio Comes a riunire, tra il 1877 ed il 1917, un cospicuo patrimonio scientifico, nel quale spicca un Erbario costituito da campagne di ricerca e dall’acquisto di importanti erbari e reperti come la Xilotomoteca italica di Adriano Fiori. Di particolare interesse sono gli erbari storici, tra i più antichi d’Europa, comprendenti collezioni di essiccata di altissimo valore, tra cui le raccolte di Vincenzo Petagna, Domenico Cirillo, Vincenzo e Francesco Briganti. Rilevanti inoltre sono le collezioni didattiche di vetrerie e tavole iconografiche e gli acquarelli ottocenteschi raffiguranti frutta e ortaggi.

A cavallo tra Otto e Novecento le collezioni si arricchirono con contributi di scienziati autorevoli: Michele Tenore, Giovanni Gussone e Giuseppe Antonio Pasquale.

Le difficoltà della seconda guerra mondiale, con la relativa occupazione di alcuni locali, portarono a un inesorabile declino della botanica napoletana. Solo verso gli anni cinquanta l’istituto trovò nuovamente una sistemazione dignitosa dei laboratori al primo piano della Reggia.

Nello stesso periodo, la direttrice dell’Istituto di Botanica, Valeria Mezzetti Bambacioni, recuperò e riorganizzò il patrimonio scientifico delle collezioni enel 1958 intitolò il Museo ad Orazio Comes.

Recenti studi basati su datazioni isotopiche, perizie calligrafiche e analisi della filigrana delle carte e delle camicie degli erbari hanno permesso di identificare nell’Erbario storico campioni databili tra Cinquecento e Seicento, confermando la straordinaria importanza delle collezioni.